Le tracce dell’età post-antica sono scarse, a causa degli sterri del XIX secolo che si sono arrestati solo davanti ai piani d’uso della città classica, distruggendo le fasi successive. Ciò nonostante strati di abbandono e di frequentazione, di entità e qualità assai modeste, caratterizzano la storia di questo settore urbano anche in questo lunghissimo periodo.
Nello scavo si riconoscono:
- cunicoli e fosse di spoliazione sia nella valle che sulle pendici nord-orientali del Palatino, che attraversano tutta l’età medievale e rinascimentale;
- una calcara del IX secolo;
- pozzi di rifiuti del XII e XIII secolo, riferibili al piccolo abitato sorto presso S. Maria Nova già nel X secolo;
- una fossa del XVII secolo che taglia, spoglia e distrugge fino alle fondazioni le Curiae Veteres con i loro annessi.
Il “recupero” dell’antico avviene nel corso del XIX secolo, con gli sterri intorno all’Arco di Costantino (1805), presso la Meta Sudans (1809-1827), e nelle “Terme di Elagabalo” (1872), mentre la costruzione di limitate strutture murarie, connesse alla delimitazione e poi anche alla fruizione dell’area archeologica centrale, segnano gli interventi dello Stato post-unitario. Negli anni fra il 1931 ed il 1936 l’area assume il suo aspetto attuale, con l’abbattimento dei resti della Meta e della base del Colosso e la realizzazione dell’attuale Piazza del Colosseo.
Foto: Palatino NE, Area IV: calcara, IX secolo.
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