Età flavia


69-96 d.C.

La morte di Nerone interrompe la realizzazione della Domus Aurea. Gli imperatori flavi da una parte portano a termine i lavori rimasti incompiuti, dall’altra realizzano strutture altrettanto colossali (l’Anfiteatro al posto dello stagnum, l’Arco di Tito). Ripristinano alcuni monumenti preesistenti (le Curiae, la Meta, il tempio di Claudio sul Celio), ma non modificano l’impianto urbanistico neroniano.

Nello scavo appartengono a questo periodo:

  1. l’arretramento del fronte orientale dell’atrio-vestibolo, per consentire la circolazione di uomini e mezzi intorno all’Anfiteatro. L’edificio neroniano tuttavia permane fino all’età adrianea, così come resta in uso sino all’età traianea il padiglione della Domus Aurea sull’Oppio;
  2. la riedificazione su quello che era diventato in età neroniana il nuovo incrocio tra la via diretta all’Esquilino e quella verso il Foro della Meta Sudans, analoga per forma al monumento augusteo, ma più imponente per dimensioni e apparato decorativo (altezza di 18 metri e la vasca circolare di 16 metri);
  3. la ricostruzione sul nuovo vertice nord-orientale del Palatino, così come esso era stato ridefinito nell’organizzazione urbanistica neroniana, delle Curiae Veteres: di esso fanno parte un nuovo recinto verso la piazza dominata ora dall’Anfiteatro e un piccolo tempio inserito in una delle grandi aule neroniane;
  4. marginali modifiche statiche nei vani della terrazza che sostruisce il Palatino, annessa ora all’area sacra;
  5. il consolidamento tramite pilastri dei portici della via diretta al Foro.  

Foto: cantiere della Meta SudansArea IIle fondazioni della fontana flavia e delle strutture neroniane posteriori all’incendio del 64 in corso di scavo.

continua

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