Età adrianea

117-138 d.C.

Un nuovo grandioso progetto urbanistico viene attuato in questa età sia sulla Velia con la costruzione, sulle strutture dell’atrio-vestibolo neroniano del Tempio di Venere e Roma, sia sul Palatino, con la risistemazione di una terrazza nota con il nome moderno di Vigna Barberini, già attrezzata a giardino in età flavia. Le possenti sostruzioni adrianee di questo complesso delimitano a Sud il nostro scavo. Mentre rimane quasi inalterata la zona delle Curiae nel loro rifacimento flavio (tramezzature in opera mista chiudono alcuni corridoi nell’Area II), sul diverticolo che attraversa l’Area I si immette ora, provenendo dal cd. clivo Palatino e correndo parallela alla via verso il Foro, una nuova strada, che costeggia il grande basamento della Vigna Barberini. Questi tre assi stradali delimitano un isolato che ricade quasi per intero nell’Area IV, ove non si è trovata traccia, dopo l’incendio del 64 d.C., di interventi neroniani o flavi.

Lo scavo ha restituito:

1. parte dell’enorme fondazione che contiene a Nord gli ambienti sostruttivi della terrazza adrianea;

2. la strada pavimentata con basoli e lastre di travertino che corre ai piedi di tale basamento, con sottostante collettore fognario in opera laterizia e copertura a cappuccina, che provenendo dalla cd. via Nova, attraversa tutto lo scavo immettendosi nel sistema fognario della valle;

3. un grande edificio in opera mista, identificato come un horreum (magazzino), che occupa l’intera area fino all’Arco di Tito, costituito da almeno quattordici vani lunghi e stretti disposti su due piani.

Foto: Palatino NE, Area II: uno dei setti in opera mista realizzati in età adrianea all’interno dei vani semipogei della terrazza neroniana.

continua

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